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Se ti trovi a Napoli e cammini da piazza Plebiscito verso il lungomare, puoi imbatterti in una scritta sul basolato: “ASPETTAMI QUI”. E queste scritte si trovano in diversi punti della città.

La domanda che ci si pone è: sono opera di writers autorizzati, con un significato, oppure no? Street art o opera vandalica?

Il confine è molto sottile e non poco discusso.

L’istinto di molti giovani artisti a cimentarsi in questa meravigliosa e affascinante arte di strada trova diverse motivazioni, dalla protesta alla semplice forma di espressione libera, autonoma e spontanea.

Il vantaggio? Sicuramente avere un pubblico enorme di visitatori, per niente paragonabile ad una tradizionale esposizione in una galleria e, cosa forse più importante, instaurare una connessione diretta tra l’artista e la città, senza alcun limite o costrizione.

E così si viene notati e apprezzati e la propria arte diviene spunto di riflessione per chi ne gode, o viceversa, la subisce.

Dal graffito, alle bombolette spray e agli stencil, le città di tutto il mondo portano il segno della street art che è esplosa intorno al 2000, soprattutto grazie all’artista inglese Banksy.

Se vogliamo soffermarci a Napoli, gli artisti di strada hanno sempre amato la città e spesso hanno lasciato un segno del loro passaggio.

Forse, alcune delle migliori opere d’arte sono proprio quelle per le strade: dalla “Madonna con una pistola” proprio di Banksy, al murales iper-realistico “Gennaro”, a Forcella, di Jorit Agoch; dal murales gigante sul muro dell’ex Ospedale Psichiatrico Je so‘ Pazzo-ora centro sociale-di Blu, artista di strada italiano fra i migliori al mondo, ai ritratti di donna di Alice Pasquini vicino alla Ciclofficina Massimo Troisi.

Per non dimenticare la meta di tutti i turisti che visitano Napoli, il murale di Maradona, realizzato nei Quartieri Spagnoli dallo street artist Mario Filardi.

Una forma d’arte, la street art, a cui un appassionato non può più essere indifferente, perché il muro di ogni città può oggi celare un capolavoro.