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Secondo Business of Fashion, un numero crescente di giovani consumatori vuole svolgere un ruolo attivo nella costruzione dei marchi da cui acquistano, così canali come Broadcast che offrono sondaggi e reazioni facilmente quantificabili (ovvero dati preziosi per il marketing) diventano essenzialmente un gigantesco focus group per un feedback immediato e dal costo zero, ideale per avere un’idea della domanda per un particolare prodotto, e tutto questo senza mettere in conto la pressione psicologica di acquistare il prodotto una volta pronto che ricade sui follower.

I canali Broadcast sono una delle tante funzionalità inaspettate e non richieste recentemente introdotte da Instagram, una piattaforma apparentemente in preda a una crisi di mezza età che ultimamente continua a sperimentare ogni sorta di nuova idea.

Nell’ultimo anno hanno lanciato gli status update a tempo limitato, hanno deciso di spostare tutta l’attenzione sui reels per poi fare subito marcia indietro e hanno persino introdotto la verifica a pagamento, altra idea che hanno già riconsiderato. La funzionalità Broadcast di Instagram, lanciata a livello globale a giugno 2023 (da non confondere con l’Instagram Live del 2016), funziona un po’ come una chat di gruppo che appare nei messaggi diretti di un utente e sta rapidamente “diventando una delle preferite dai creatori online e dai fondatori di marchi come luogo in cui cercare feedback” come riportato da Business of Fashion.

In pratica, ora Instagram consente agli utenti con minimo 10.000 follower di creare canali speciali in cui condividere contenuti più casual che finiscono direttamente nelle caselle di posta dei messaggi diretti, come se fosse una chat di gruppo unidirezionale.

Questo modo esclusivo di comunicare consente agli utenti, spesso influencer o direttamente i brand, di condividere link con commissione, inviare omaggi, sollecitare feedback attraverso sondaggi e chiedere reazioni in forma di emoji.

La funzionalità di chat di Substack è simile, ma con una differenza cruciale: rispetto ai canali di Instagram, le chat di gruppo di Substack generalmente non sono unilaterali. Inoltre, Substack tiene conto di un altro aspetto importante del web, è vero che i fan in generale desiderano connettersi con i creatori, sentirsi più vicini a loro, perdere tempo in una relazione parasociale, ma vogliono anche connettersi con gli altri fan e per rimanere coinvolti hanno bisogno dell’interazione in un fandom che si sostiene e nutre a vicenda (ne sanno qualcosa le Swifties).

Alcuni utenti si dicono insoddisfatti perché non percepiscono una reale differenza di interazione tra i Broadcast e lo scorrere dei feed dello stesso influencer. Peggio ancora, quella che per Instagram doveva essere un’occasione per incoraggiare un coinvolgimento più profondo e connessioni durature con i follower per ora si è trasformato in una forma più colorata del vecchio marketing via SMS, che a sua volta è come i messaggi di testo, le newsletter via email e le newsletter di LinkedIn. 

Per ora solo il brand o l’influencer detiene il diritto di parlare con altre persone, che rimangono mute con solo qualche emoji per reagire, ma il vero punto forte di questa funzionalità è che, senza invitare i follower a scaricare l’ennesima app, costituisce un nuovo modo per (ri)presentarsi alle persone – magari aggiustando la narrativa – che già hanno la loro attenzione.

Quella parte della Gen Z che utilizza sia TikTok che Instagram potrebbe avere il potere di determinare alcuni trend del futuro.

Secondo Business of Fashion, un numero crescente di giovani consumatori vuole svolgere un ruolo attivo nella costruzione dei marchi da cui acquistano, così canali come Broadcast che offrono sondaggi e reazioni facilmente quantificabili (ovvero dati preziosi per il marketing) diventano essenzialmente un gigantesco focus group per un feedback immediato e dal costo zero, ideale per avere un’idea della domanda per un particolare prodotto, e tutto questo senza mettere in conto la pressione psicologica di acquistare il prodotto una volta pronto che ricade sui follower. L’offrire feedback su richiesta degli influencer via chat sarebbe un ulteriore lavoro che ricade sui clienti, dopo anni e anni di UGC, ovvero i contenuti generati dagli utenti su sollecito dei brand sotto forma di recensioni scritte, menzione di un marchio in un blog, recensioni video, tutorial o vlog, nonché foto di prodotti o servizi.

Per ora grandi rivoluzioni nei trend non sono ancora nate nei gruppi chiusi dei Broadcast, chi ci si è già avventurato con un discreto successo in generale lo usa come finestra segreta per mostrare un lato più spontaneo della loro vita, i fallimenti, i preparativi, i making of, tutta la fatica che si fa per raggiungere il risultato perfetto da postare nei canali più ufficiali.

Più che i trend del futuro, forse nei Broadcast abbiamo ritrovato la schiettezza istantanea dell’Instagram del 2010.

Letto su Marie Claire